Le Morette, fedeltà al Lugana

Il Lugana, per loro, non è solo un vino di successo. E’ una filosofia di vita, una scelta da approfondire giorno dopo giorno con l’obbiettivo di migliorare costantemente il profilo qualitativo della produzione. Insomma, per la famiglia Zenato, alla guida a Peschiera dell’azienda agricola Le Morette, produrre vino significa anche intraprendere un percorso di ricerca costante sul vigneto, sul territorio, ma soprattutto su quella particolare varierà di Trebbiano che nell’area del Lugana ha preso il nome di Turbiana.

“I miei primi studi su questo tema sono partiti nel 2001 con la mia tesi di laurea alla facoltà di Agraria dell’Università di Milano – spiega Fabio Zenato, al vertice con il fratello Paolo di questa realtà da 30 ettari di vigna suddivisi in due tenute, per una produzione totale di 400 mila bottiglie -. In quell’occasione si è dimostrato che il Trebbiano di Lugana presenta elementi di differenziazione genetica rispetto ad altri vitigni appartenenti alla famiglia dei Trebbiani e considerati fino a quel momento affini”. Nel 2011, dopo successivi studi, la denominazione ufficiale Turbiana è stata inserita nel disciplinare: ed oggi il Consorzio di tutela sta sviluppando un progetto per l’individuazione e registrazione di nuovi cloni che vede impegnata anche la stessa agricola Le Morette nella fase vivaistica.

C’è quindi anche questa forte competenza tecnica alla base dei Lugana firmati le Morette, ed in particolare nelle tre declinazioni del sempre più celebrato bianco del Garda recentemente presentate a Vinitaly nelle nuove annate: il Mandolara del 2014, il Benedictus, frutto di una vendemmia leggermente tardiva e di una vinificazione con lieviti indigeni, è invece sicuramente più complesso ed articolato, mentre il Riserva (tipologia con almeno due anni di affinamento) completa la gamma con un quadro di particolare struttura e tante potenzialità ancora da esprimere, in ossequio alla ormai riconosciuta longevità della tipologia. Ed è prodotto con uve Turbiana 100% anche il Cepage, uno spumante che curiosamente Zenato ha scelto di non far rientrare nella Doc. Queste tipologie nascono nella nuova cantina, nata da un progetto particolarmente ambizioso ed inaugurata nel 2013 con l’obbiettivo di dotare l’azienda di una sede moderna e tecnologicamente all’avanguardia per prefigurare nuovi scenari di incremento qualitativo per il Lugana del futuro.

 

LA BOTTIGLIA

 

Da provare il Mandolara 2014: la tipologia più fresca, immediata ed accessibile, eppure già dotata di una morbidezza piacevolissima e di una rotondità che la dicono lunga riguardo alle ipotetiche incognite di un’annata che nell’area del Lugana si presentava oggettivamente difficile, ed invece non sta mancando di riservare sorprese.

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