E’ una storia di successo che stiamo ormai raccontando da qualche anno, ma che non accenna a conoscere incrinature: la favola del Lugana scrive un nuovo happy ending con un 2016 da record, che il presidente del Consorzio di tutela Luca Formentini non esita a definire “il nostro miglior anno in assoluto”. Lo testimoniano i numeri: un vigneto lievitato a 1675 ettari (erano 1500 nel 2015), una produzione arrivata oltre quota 14 milioni di bottiglie (+10%), un fatturato complessivo stimato in circa 150 milioni di euro (contro i 135 della precedente annata). Il tutto mentre le quotazioni dell’uva Turbiana hanno toccato i 200 euro al quintale ed un ettaro di terreno coltivato in zona ha raggiunto valori prossimi ai 300 mila euro.
Ma allargando la prospettiva si capisce quanto questa crescita rappresenti ormai un trend consolidato: basti pensare che nell’ultimo decennio la produzione di Lugana è praticamente raddoppiata, senza alcun ampliamento dei confini originari della Doc, come tiene giustamente a rimarcare in ogni occasione Formentini.
“Non avevamo mai raggiunto simili traguardi prima d’ora – dice il presidente -. E mai il nostro vino aveva ottenuto riconoscimenti così significativi in particolar modo sullo scenario internazionale, con un export al 70% in aumento sia in mercati consolidati come la Germania che in Paesi come gli Usa, dove abbiamo organizzato quest’anno un tour promozionale di dieci date”.
E mentre si avvicina l’anniversario per il cinquantesimo della Doc (la prima ad essere approvata in Lombardia nel 1967), per l’immediato futuro, il Consorzio rinnova la sfida anti-tav cavalcata negli ultimi mesi.
“Un intervento così aggressivo in un’area dall’equilibrio tanto fragile ci pare un vero suicidio – conclude Formenntini-. Rimaniamo convinti che si possa e si debba intervenire sul progetto e modificare il tracciato: per questo scriveremo una lettera al ministro Delrio chiedendogli di ascoltare le nostre ragioni”.
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