Franzosi, una storia fra tradizione e modernità

La sede delle Cantine Franzosi di Puegnago è come un balcone mozzafiato sulla grande bellezza del Garda: ed è senz’altro questo il particolare che colpisce subito gli appassionati, ormai sempre più numerosi, che arrivano a visitare l’azienda da ogni angolo d’Europa. Poi però dietro c’è tutta una storia da raccontare, che parla di tradizione e dedizione, di fatica e di spirito imprenditoriale che guarda alla modernità senza tradire le radici contadine. Una storia che comincia nel 1938, quando nonno Giovanni acquisisce l’azienda, che trova un’altra tappa fondamentale negli anni ‘60, quando la cantina viene sviluppata e trasferita con ingenti investimenti da Bruno Franzosi, e che continua ora con la terza generazione: la conduzione oggi è infatti nelle mani di Giovanni, Paola e Luigi, figli di Bruno, che per altro è ancora quotidianamente attivo tra i filari dei suoi vigneti sul monte Aullo, lo splendido frammento di Valtènesi dove l’azienda ha trovato il suo posizionamento privilegiato negli anni ’70. Oggi Franzosi è una realtà da 20 ettari vitati per circa 200 mila bottiglie prodotte, ai quali si aggiunge un oliveto da 10 ettari e 3000 piante. Vino ed olio quindi, nella più classica declinazione della Valtènesi ma anche con un occhio consapevole verso l’innovazione: Chiaretto e Groppello sono le referenze “must”, ma fra le novità va avanzando il Rebo, vitigno al quale i Franzosi stanno dedicando grande attenzione al punto da aver deciso di piantarne un nuovo ettaro proprio quest’anno. Sul fronte dell’extravergine, la produzione si articola in tre etichette: due monocultivar con le varietà tipiche del territorio, Casaliva e Leccino, ed un blend. “Anche nell’olio abbiamo cercato di strutturarci in maniera solida – spiega Giovanni Franzosi, responsabile commerciale dell’azienda-. E  nonostante le difficoltà di una campagna disastrosa come quella del 2014, siamo riusciti a contenere le perdite ad un -20% circa grazie alla presenza di un agronomo che ha seguito in tempo reale la situazione, decidendo tempestivamente gli interventi necessari”. Franzosi, l’abbiamo detto, è un’azienda da vedere per la splendida posizione, ma anche perché la scelta della famiglia è stata proprio quella di puntare sulle visite con degustazione, al punto che il 40% del giro d’affari è generato proprio dalle vendite dirette (effettuate per l’80% a stranieri). Da qui anche la decisione di tenere l’azienda e lo shop aperti al pubblico tutti i giorni, anche la domenica mattina. “Sono scelte che possiamo permetterci grazie alla conduzione famigliare”, spiega Giovanni Franzosi, annunciando con orgoglio che quest’anno i vini della cantina sono finiti anche in Cina e a Taiwan, dopo aver già sfondato in Germania, Belgio, Danimarca ed Olanda. Qualche curiosità supplementare da sapere: nella gamma Franzosi ci sono anche un Lugana (circa 100 mila bottiglie) prodotto nell’area di produzione a Pozzolengo con alcuni conferitori, oltre agli unici due vini ufficiali del Parco Alto Garda, che l’azienda ha ottenuto il permesso di produrre con uve di vignaioli di Salò e Tremosine in quanto nel Parco non esistono strutture di vinificazione. Due piccole chicche che vanno ad arricchire ulteriormente il profilo di una realtà di solide radici storiche, ma con lo sguardo rivolto al futuro.

 

LA BOTTIGLIA

Da provare sicuramente il Rebo Igp Benaco Bresciano, che i Franzosi producono ormai da sette vendemmie con uve Rebo in purezza 100% coltivate esclusivamente nel vigneto aziendale. Circa 20 mila le bottiglie disponibili annualmente di questo vino agile, scattante, ma con una gradazione di 14% vol. che disegna un profilo di indubbia personalità. Attenzione perché dalle vinacce, distillate da Peroni a Gussago, viene prodotta l’omonima Grappa di Rebo, accostata al suo “cugino vino” anche nella grafica dell’etichetta per sottolinearne la diretta diramazione.

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