Franzosi taglia il traguardo dell’ottantesimo anniversario di attività lanciando il nuovo Valtènesi Chiaretto: una specie di debutto per l’azienda di Puegnago del Garda, che ha scelto di convertire l’intera produzione di rosé alla nuova Doc.
“Una scelta importante per noi, che nasce dalla volontà di dare una nuova connotazione ad un prodotto storico – racconta Giovanni Franzosi, responsabile commerciale dell’azienda -. Decisione significativa anche quella di riportare unicamente Valtènesi in etichetta, riservando al retro tutte le altre diciture: il nostro contributo all’azione collegiale del Consorzio, che punta a promuovere il prodotto più tipico d questa microzona chiamandolo con il nome del territorio. Le ripercussioni di questa identificazioni sono fortemente positive: questo cambiamento è stato subito appoggiato da tutti i nostri clienti, tanti i consensi anche da quelli esteri raccolti anche durante la nostra recente partecipazione a Prowein”.
Il nuovo Valtènesi Franzosi nasce dalle uve di vigneti localizzati da Puegnago e Polpenazze: oltre al 60% di Groppello, l’autoctono del territorio, l’uvaggio vede in primo piano anche la Barbera (circa il 30% ) oltre ad una minima parte di Sangiovese e Marzemino. La produzione , circa 200 ettolitri, è raddoppiata rispetto a soli cinque anni fa.
“Le cose sono cambiate – spiega Giovanni -. Una volta il Chiaretto era un prodotto molto legato al territorio, partiva bene ad inizio anno ma si esauriva entro l’estate: oggi piace come aperitivo, appassiona i giovani, si beve tutto l’anno magari anche nell’annata precedente, è apprezzato anche fuori dai confini nazionali perché c’è un’identificazione sempre più forte del Garda come terra di grandi rosé”.
Il millesimo 2017, nato da contatti particolarmente brevi con le bucce, presenta doti di freschezza e acidità particolarmente pronunciate, sapidità pronunciata, classiche caratteristiche territoriali di salinità. “Non amiamo i Chiaretti troppo dolci, crediamo sia questo il profilo giusto per rispecchiare le caratteristiche della tradizione”, spiega Giovanni. Che, per gli 80 anni dell’azienda, annuncia anche una chicca per il prossimo Vinitaly.
“Una piccola produzione di rosso, 1938 bottiglie proprio come la data d’inizio della cantina, tutte numerate, cui si aggiungeranno 80 magnum come i nostri anni: sarà un Igp rosso da uve surmaturate, vino di grande struttura, con un anno di affinamento in barrique”.
Così verrà celebrata l’attività fondata da nonno Giovanni Franzosi in località Palude, spostata poi nel 1970 sul Monte Aullo nella spettacolare sede attuale dal figlio Bruno, tuttora attiivo in azienda. Vent’anni fa è subentrata la terza generazione, all’insegna del motto transizione, passione, innovazione. “Abbiamo operato nel solco di quanto ci ha insegnato papà, senza stravolgere ma portando sempre qualcosa di nuovo, in linea con le esigenze del consumatore moderno”.
Oggi Franzosi è una realtà da 35 ettari, 20 di vigneto, il resto di uliveto con circa 3000 piante: la produzione supera di le 200 mila bottiglie, più 100 mila di Lugana vinificato in zona di produzione, imbottigliato in azienda. L’Olio è suddiviso in tre etichette, i monocultivar Casaliva e Leccino ed il blend Fiore cui si aggiunge un extravergine “base”.
La vendita diretta (circa il 30% del business globale) e l’ospitalità in cantina sono il punto forte: tantissimi i turisti stranieri che ogni estate salgono fin sul Monte Aullo per visitare l’azienda, degustare i vini, godersi il magnifico panorama. Sono circa il 60% della clientela che compra direttamente in cantina e sono in continua crescita. Ad aumentare un export che con le sole spedizioni vale il 25% del giro d’affari.
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