Grande successo per l’edizione 2016 di Italia in Rosa, il festival dei rosè che ha da poco chiuso la sua nona edizione sotto il segno di un boom di presenze: sono stati oltre 6500 i visitatori che hanno affollato il castello di Moniga del Garda nel weekend dal 10 al 12 giugno, dei quali più di 3500 hanno acquistato il tagliando con sacca e calice per degustare gli oltre 170 vini presentati quest’anno in manifestazione da un esercito di 131 cantine da tutta Italia e non solo.
Insomma, il “popolo del bere rosa” c’è, e a quanto si è potuto vedere è fatto di tanti “winelovers” appassionati curiosi di conoscere tutte le sfumature di un universo produttivo variegato ed affascinante come pochi.
“Siamo molto soddisfatti non solo per la crescita numerica ma anche e soprattutto per quella qualitativa – afferma il presidente di Italia in Rosa Luigi Alberti-. Ora però stiamo già pensando all’edizione del decennale, che immaginiamo aperta in particolar modo al target dei giovani che tanto importanti sono stati per l’affermazione di Italia in Rosa: da qui l’idea di istituire una borsa di studio permanente che rimanga nel tempo e che possa rappresentare un punto di riferimento per approfondire la cultura del Chiaretto e dei rosati”.
Ma significativi sono state anche le conclusioni emerse dal convegno di sabato 11 “Il futuro del rosé: numeri e dimensioni di un mercato in forte espansione”. I vertici del Consorzio Valtènesi, con in testa il presidente Alessandro Luzzago ed il direttore Carlo Alberto Panont, hanno lanciato un appello “a fare rete con la Puglia, Veneto, Abruzzo e altri principali regioni produttive italiane per costruire un’alleanza che consenta di arrivare ad avere anche in Italia un osservatorio di riferimento”. Un invito raccolto da Lucia Nettis, direttrice di Puglia in Rosé (realtà che associa 52 cantine), secondo la quale “gli Stati generali dei vini rosati sarebbero un’idea eccellente per contarci, capire chi siamo, ed andare uniti sul mercato per essere vincenti”. Il tutto mentre Tiziana Sarnari, analista di mercato del settore vinicolo di Ismea, ha illustrato gli strumenti che, con lo sforzo collettivo dei consorzi e delle realtà associative, potrebbero consentire di arrivare a costruire anche in Italia un quadro economico sui vini rosati.
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